giovedì 26 aprile 2012

Visita in CNH

Siamo a New Holland, Pennsylvania, nel mezzo della terra degli Amish, quella strana comunità i cui membri si muovono su calessi biposto trainati da un solo cavallo, l'equivalente delle nostre utilitarie, e lavorano la terra come si faceva ancora un secolo fa: usando aratri tirati da buoi e raccogliendo a mano il grano e il fieno in covoni.
Quasi per un paradosso siamo qui per visitare lo stabilimento dell'azienda che all'inizio degli anni '40 ha introdotto le prime trebbiatrici automatiche: Case New Holland.
Nonostante il ritardo di un'ora, ritardo dovuto al nostro "driver" - Mister T - che oltre ad aver posticipato la partenza ha avuto come al solito notevoli difficoltà nell'arrivare al building giusto, l'accoglienza da parte di Peter Caddick, il "plant manager", e del suoi staff e' stata splendida.
Di grande ispirazione e' stata la presentazione di Peter che ha illustrato i dieci pilastri tecnici del World Class Manufacturing del Gruppo Fiat (gruppo del quale CNH fa ormai parte) e l'importanza del coinvolgimento delle persone al fine di "sfruttarne" non solo braccia e gambe ma anche,e soprattutto, il cervello (come insegna anche l'amico Iacchetti di Bticino).
Dopo un "lunch" tanto breve (visto il ritardo accumulato) quanto gustoso e' finalmente iniziata la visita. A dirla tutta la prima impressione che si ha entrando in fabbrica non e' delle migliori. Il concetto delle 5S non sembra affatto informare la gestione operativa dello stabilimento: pavimenti non verniciati con un po' di sporcizia qua e la', materiali e attrezzature non disposti in aree dedicate e opportunamente segnalate, ecc. La sicurezza e' spesso un optional: operatori che senza particolari protezioni compiono attività manuali in prossimità di organi in movimento, reparto di verniciatura completamente manuale, ecc. Uno sguardo più approfondito consente pero' di cogliere aspetti sui quali CNH risulta eccellente, su tutti il Visual Management e l'organizzazione delle linee di assemblaggio finale.
Con riferimento al primo aspetto, in ciascuna area della fabbrica sono presenti tabelloni sui quali e' possibile rilevare le prestazioni dell'area stessa con riferimento sia alla produttività, sia alla qualità, sia alla sicurezza (!?). I più interessanti sono pero' i tabelloni riguardanti i progetti di miglioramento continuo che, oltre a rendere visibile a tutti lo stato di avanzamento dei progetti, fanno un ottimo uso degli strumenti statistici lean che non e' così frequente vedere applicati in pratica: analisi di Pareto, diagrammi a barre, diagrammi di Ishikawa, mappe dei difetti, ecc.
L'organizzazione delle linee di assemblaggio e' ottima anche se, ancora una volta, la prima impressione può essere piuttosto negativa. Senza compiere alcuno investimento, utilizzando le vecchie scaffalature e le vecchie attrezzature e basando solo su documenti cartacei il supporto informativo agli operatori, CNH ha infatti applicato (molto bene) tutti i concetti basilari per una corretta organizzazione di una linea di assemblaggio: bilanciamento al takt del tempo di attraversamento di ciascuna postazione della linea, standard operating procedure (cartacee) disponibili in ciascuna postazione, componenti da assemblare presenti a bordo postazione così come le attrezzature da impiegare, ecc.
Tra l'altro quanto fatto da CNH sulle linee di assemblaggio finale può essere di grande ispirazione e di grande incentivo per le aziende del Lean Club: l'automazione e attrezzature ad hoc (e quindi gli investimenti in esse) aiutano senz'altro a percorrere la strada del "più e meglio con meno" ma questa e' una strada che si può percorrere benissimo anche senza queste cose, basta avere idee e buona volontà!

In ordine sparso alcune foto degli aspetti Lean più interessanti in CNH e della terra degli Amish.

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